Sono in un bar nella zona della stazione ferroviaria, assieme alla collega, per una pausa pranzo quieta prima di tornarcene a casa. L'orario è tranquillo e nessuno ha fretta, nemmeno noi che ci vogliamo rilassare dopo una mattinata impegnativa. Tutto fila ma poi... entra un extracomunitario, il barista lo guarda in tralice, senza salutare si butta su una sedia, posando sul tavolino la coperta lercia. Indossa delle ciabatte, un paio di jeans stracciati (che adesso vanno di moda) e una felpa con sopra un giubbotto imbottito, ma nell'insieme ha gli stessi capi dei pischelli che circolano in tuta da ginnastica. Siccome non è messo benissimo alcuni clienti si scansano, lui si siede allungando le gambe nel passaggio verso il bancone e resta lì a guardarsi attorno per un buon quarto d'ora; poi stimolato dalla cameriera sbotta:
Vino! - e indica un punto del tavolo dove probabilmente desidera sia posato il bicchiere.
La ragazza chiede: bianco o rosso? - richiesta legittima che tuttavia appare immediatamente fuori luogo, se non ironica.
Lui ci pensa e risolve: vianco!
Mentre aspetta inizia a pulirsi tra le dita dei piedi con le mani, in modo distratto. Da dietro al banco viene aperta una bottiglia di prosecco, il barista sempre più irritato anticipa: sono 4 euro!
Il tipo ci pensa, annuisce con la testa e si volta verso la vetrina.
Passano una ventina di minuti in cui il vino non arriva, i soldi nemmeno e penso che forse potrei pagargli il vino, poi penso anche che forse sarebbe meglio un panino, poi decido di lasciar perdere e assieme alla collega restiamo ad osservare l'evolversi della situazione.
Il tipo sembra spazientirsi, borbotta qualcosa e poi esce senza salutare lasciando sul tavolo una serie di fazzoletti sporchi e a terra delle carte appallottolate.
A quel punto, mentre la ragazza passa a ripulire, e disinfettare, il barista commenta: è già il terzo da stamattina, gli porti l'ordinazione e poi se ne vanno senza pagare! Ora con tutto il buon cuore possibile, possiamo noi permetterci sei o sette clienti così ogni giorno?
Nessuno parla, ma chiaramente no, e il barista prosegue: e quando va bene lasciano solo sporco, a volte vanno in bagno e non ti dico cosa trovi quando escono.
La situazione è al limite, oltre il limite direi. Mi metto nei panni del barista che è lì per lavorare e mica può fare il suo lavoro a questo modo.
E' una situazione che non si risolve, destinata a ripresentarsi identica ogni giorno, in ogni bar attorno alla stazione; apri al mattino e trovi vomito e cartoni davanti alla saracinesca e arrivi sperando di non trovare la serranda forzata. E quando va bene qualcuno ha usato i vasi delle siepi come gabinetto e passi una buona mezz'ora a ripulire tutto. E con l'arrivo del caldo peggiora.
Si lavora così?